Fonte articolo: Rinnovabili
Con l’avanzare della transizione energetica, il problema degli spazi in cui installare i nuovi impianti solari sta divenendo centrale. Una delle soluzioni destinate ad uscire dalla sua nicchia di mercato per divenire nuovo standard è rappresentata dal fotovoltaico galleggiante o fotovoltaico flottante.
In questa categoria rientrano tutti gli impianti fotovoltaici realizzati sul pelo dell’acqua, sia essa di mare, di fiume, di lago o di bacino idrico artificiale. Si tratta di una soluzione dalle grandi possibilità che, se ben sfruttata, può portare più di un vantaggio rispetto ai classici impianti a terra. Rinnovabili offre una nuova guida completa sul solare flottante mettendo a fuoco gli ultimi dati di mercato, le ricerche di settore e le politiche nazionali sul tema.
Fotovoltaico galleggiante: cos’è e come funziona
Si tratta di una tecnologia solare relativamente recente che sfrutta i corpi idrici al posto del suolo o dell’ambiente costruito. Per la precisione il FPV nasce nei primi anni 2000 quando l’Institute of Advanced Industrial Science and Technology (AIST) in Giappone installò il primo prototipo da 20 kW (anno 2007). Poco dopo entrò in funzione anche il primo sistema FPV commerciale, un impianto da 175 kW realizzato su uno stagno di irrigazione in California.
Un tipico sistema fotovoltaico galleggiante o FPV (per usare l’acronimo inglese di floating photovoltaic) è costituito da diversi componenti tra cui: moduli, struttura di montaggio, linee di ormeggio e ancoraggio, inverter, trasformatore e cavi di trasmissione. I pannelli più utilizzati al momento sono quelli a base di silicio di prima generazione, ma hanno dimostrato interessanti performance anche i pannelli solari a film sottile (in questo caso il silicio amorfo è la scelta più diffusa) grazie alla maggiore leggerezza e alla capacità di adattarsi alla superficie dinamica del mare.
Generalmente i progetti prevedono moduli orientati con un’inclinazione fissa, installati su singoli galleggianti collegati tra loro o, in alcuni casi, su un unico pontone galleggiante più grande.
Studi recenti hanno scoperto che l’angolo di inclinazione variabile dovuto al moto delle onde lontano dalla posizione ottimale non ha effetti significativi in termini di riduzione della potenza. Rispetto al fotovoltaico a terra, la spesa in conto capitale (CAPEX) per il FPV è solitamente maggiore a causa del costo dei galleggianti. Tuttavia, i costi operativi (OPEX) tendono a essere inferiori, grazie al risparmio sulla spesa per i terreni.